E’ oramai chiarito e definito da più studiosi ( Gary Beauchamp & Paul Breslin del Monell Chemical Senses Center di Philadelphia) che l’olio di oliva è un antinfiammatorio e antidolorifico naturale, con effetti paragonabili addirittura a quelli dell’ibuprofene, un antidolorifico non steroideo più in generale ai FANS (farmaci anti-infiammatori non steroidei) molto usati in farmacologia e medicina. L’azione analgesica dell’olio evo è data dall'”oleocantale”, una sostanza contenuta nel prodotto che è anche quella che dà all’olio il tipico sapore “piccantino” (cioè quello che ci fa bruciare un po’ la gola quando lo ingeriamo).
Il termine oleocantale è stato coniato dallo stesso Beauchamp, che intuì l’associazione tra azione analgesica e olio gustando piatti conditi con il tipico condimento mediterraneo durante un meeting di gastronomia molecolare in Sicilia e avviò la ricerca. Il composto piccante dell’olio gli ricordò il meccanismo di funzionamento del principio attivo dell’ibuprofene e, quando trovò l’elemento, lo nominò oleocantale.
L’oleocantale, secodo gli studiosi, sarebbe in grado di agire sugli enzimi che causano dolore, al pari di un farmaco e, a lungo termine, potrebbe persino aiutare a proteggerci da alcune malattie legate allo stato infiammatorio e da quelle derivate dall’aggregazione delle piastrine nel sangue. Va però sottolineato che non tutti gli oli extravergini presentano la stessa quantità di oleocantale (quelli più “piccanti” ne contengono di più) e che questa sostanza diminuisce con l’esposizione del prodotto alla luce e all’aria.
Altre ricerche effettuate nel corso degli ultimi anni hanno dimostrato che l’oleocantale, contenuto soltanto nell’olio extravergine di oliva inibisce la proteina ADDLs che danneggia le cellule di cervello, cuore, polmoni e altri organi. Il composto può attaccare anche le cellule cancerose e salvaguardare contemporaneamente quelle sane (studio condotto da Paul Breslin, uno scienziato della nutrizione dell’Università di Stato Rutgers del New Jersey, e da David Foster e Onica LeGendre, biologi del cancro presso l’Hunter College di New York, e pubblicato sulla Rivista Molecular & Cellular Oncology).

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